anonymous
2010-05-12 12:54:41 UTC
"Non è vero che maltratto i cani"Tragedia a Sussisa, minuscola frazione di Sori, sulle alture della riviera genovese. Una lite originata da una denuncia per maltrattamento di animali. Renzo Castagnola aveva 58 anni. Ha chiesto di andare a prendere una penna per firmare il verbale. Invece ha caricato la pistola e ha esploso sei colpi contro Elvio Fichera e Paola Quartini. Nella traettoria anche la moglie dell'omicida-suicida, ferita lievemente
Si chiamava Renzo Castagnola, aveva 58 anni, l'uomo che stamani ha sparato sei colpi contro due guardie zoofile, un uomo ed una donna, e si è poi suicidato a Sussisa, sulla collina di Sori, nella riviera del levante di Genova. Nella sparatoria è rimasta ferita lievemente anche la moglie dell'uomo.
Le guardie provinciali - Elvio Fichera, 72 anni, genovese, iscritto all'associazione Amici Animali Abbandonati di Genova, e Paola Quartini, 55 anni di Camogli, guardia zoofila volontaria iscritta alla Lega Italiana Protezione Uccelli di Genova - si erano presentate presso l'abitazione dell'uomo con un decreto, firmato dal Pubblico Ministero Piercarlo di Gennaro, di sequestro dei suoi nove cani in seguito a segnalazioni di maltrattamenti.
Dopo aver ascoltato la lettura del decreto e delle contestazioni, la lite: "Non è vero che maltratto i cani". Al momento di firmare, l'uomo ha detto "Vado a prendere una penna". E' invece tornato armato e ha iniziato a sparare all'impazzata. La moglie, che si trovava sulla traiettoria è rimasta ferita. Sul luogo erano presenti anche vigili urbani e carabinieri che sono riusciti a mettersi in salvo. Castagnola aveva un porto d'armi per armi da caccia e faceva parte di una squadra per le battute di caccia al cinghiale.
Una strage che sullo sfondo vede due mondi contrapposti, modi diversi di vivere la natura ed il rapporto con gli animali: quello dei cacciatori (che riuniti nella piazza del paesino descrivono Castagnola come "innocuo, buono, sempre pronto ad aiutare gli altri, che non aveva mai dato segni di squilibrio", omicida per "esasperazione") e quello delle associazioni animaliste (che tornano a chiedere test psicologici per chi detiene armi, e dedicano a Quartini e Fichera iniziative e manifestazioni di carattere nazionale).
Proprio sotto la piazzetta centrale della frazioncina di 160 anime, paradiso verde e meta di gite fuoriporta, Castagnola aveva allestito un recinto, nel bosco, per una decina tra beagle, segugi maremmani e spinoni. E' in questo recinto, in uno spazio attiguo a quello del ricovero degli animali, che il cacciatore ha sparato in rapida sequenza, tanto da non consentire neppure una reazione ai due carabinieri e ai due agenti della polizia municipale che accompagnavano Quartino e Fichera nell'esecuzione del sequestro, motivato da scarsa igiene ed un ricovero angusto e non idoneo.
Contro Paola Quartini, guardia ex Enpa ora Lipu, che ormai da tempo perseguiva la sua battaglia per garantire a quei cani un habitat più vivibile, Castagnola ha mirato sparando tre colpi di pistola calibro nove (ad una gamba, al torace e poi ancora al viso), come in una sorta di determinato accanimento. Era lei infatti - raccontano i cacciatori - che nel corso dei mesi aveva condotto vari sopralluoghi raccogliendo materiale che all'omicida erano già valsi una multa.
Un colpo alla testa ha poi ucciso Fichera, dell'associazione amici degli animali abbandonati, già promotore di un'iniziativa a salvaguardia dei cinghiali che popolano le alture di Genova, spesso sconfinando nei giardini e nelle strade cittadine, ed in particolare di Piero, adottato da un gruppo di abitanti del quartiere del Righi e di recente abbattuto in circostanze da chiarire. Tanto che proprio Fichera aveva raccolto 500 euro per ricompensare chiunque fosse stato in grado di dare informazioni su chi avesse ammazzato l'animale.